ACQUISTI CONSAPEVOLI … SENZA SPRECHI
Aggiornamento: 18 apr 2021
Oggi trattiamo un particolare argomento che all’apparenza potrebbe sembrare scontato e che dovrebbe essere applicato da noi tutti, per qualsiasi acquisto di un bene o prodotto.
Mi piace definire gli “acquisti consapevoli” non solo per delineare la sostanziale differenza tra il nostro mondo biologico e “l’altro” ma certamente per far comprendere il filo conduttore che lega le due scuole di pensiero.
Oggi le grosse industrie manifatturiere, tra cui anche tante italiane, hanno delocalizzato le loro produzioni in SEA, Africa ed altri Paesi, dove la manodopera costa quasi niente, le leggi che regolamentano quei territori, non sono dedite al controllo ed alla burocrazia (vedi quella italiana) e soprattutto entrano in gioco in taluni casi, anche infiltrazioni politiche che ben dovrebbero tenersi fuori da queste faccende.
Qualche giorno fa mi sono imbattuta in un post di un noto franchising italiano, di cui non faccio nome, dove con sgomento ho appreso che proponeva spudoratamente le sue “t-shirt organiche” al modico prezzo di € 3,00 a pezzo … immagino, quante donne avranno pensato: “wow che prezzo, corro ad acquistarne 5 pezzi così prendo al volo questa offerta e spendo bene i miei soldi“!
In realtà, la questione è molto più profonda, per argomentare ogni sfaccettatura, bisognerebbe scrivere un libro per far comprendere il vero significato dietro ad una campagna di marketing che ha l’unico scopo di catturare l’attenzione della clientela.
Partiamo col dire che “non può esistere un prodotto in natura che non debba subire una trasformazione e conseguentemente alti costi di gestione oltre che altri costi accessori“.
Se solo volessimo considerare, i costi di raccolta della materia prima, la manodopera, la filatura e di nuovo la manodopera, i costi di gestione, i costi di trasporto etc etc … ci si arriva subito a pensare che il prezzo assegnato a quel prodotto fa parte di un sottocosto, una concorrenza sleale o peggio ancora un abbattimento di costi sulla raccolta, manodopera e gestione industriale.
Ecco spiegato perché le industrie delocalizzano i siti produttivi, perché in alcuni Paesi, gli stipendi sono miserie.
Ancora oggi persiste lo sfruttamento della manodopera? Certamente! E chi alimenta tutto questo? Ebbene, colpo di scena!
Ahimè prendiamo coscienza che siamo noi stessi ad alimentare tutto questo scempio.
Ecco che entra in gioco il nostro contributo, quello che potremmo fare ognuno di noi, acquistare prodotti che siano consapevolmente acquistabili al giusto prezzo, ora qualcuno potrà dire: “io non conosco il prezzo di un prodotto, come faccio a sapere se sto facendo un acquisto consapevole”?
La risposta è scontata, difatti se entriamo in un negozio e acquisiamo una t-shirt a 30€ mentre un altro negozio propone n. 4 t-shirt a quel prezzo, hai già ricevuto la tua risposta e raggiunto la consapevolezza di aver contribuito ad alimentare tutto ciò che ti ho sopra elencato.
Ebbene, personalmente intendo un acquisto consapevole e senza sprechi, proprio questo aspetto che molti ignorano ma che spero prendano in esame il prima possibile.
Per nostra fortuna, molte persone stanno raggiungendo questa consapevolezza e noi siamo ben felici che dall’altra parte del Mondo non venga alimentato lo sfruttamento della manodopera infantile, non vengano deturpati territori e avvelenati i sottosuoli, solo per poter vendere qualche milioni di magliette a 3 euro.
La nostra parte, quella fondamentale, sta nel cominciare a discernere le nostre responsabilità su ciò che accade intorno a noi, ad un passo dal nostro naso.
Nel prossimo articolo entreremo ancora più nel vivo della questione, seguici sui nostri social @lafiaba su Facebook e la_fiaba_mariniello su Instagram
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